Pagelle Amstel Gold Race 2024: finalmente Pidcock, Hirschi si ritrova, Lapeira sorprende, Van Der Poel bluffa, Ayuso si perde

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 10: Fa tutto benissimo. Tatticamente perfetto, il corridore britannico si mostra tra i migliori anche in salita. Pur senza mai strafare è sempre pronto a rientrare sulle azioni più pericolose, tanto nel momento del ricongiungimento con l’attacco di giornata, quanto ogni qual volta qualcuno prova poi da questo ad allungare. Nel finale rischia con un attacco che fa saltare gli equilibri delicati costruiti sino a quel momento, ma poi è il primo a rilanciare per arrivare a uno sprint che gestisce alla perfezione.

Marc Hirschi (UAE Team Emirates), 9: Lo svizzero si rivede ad altissimi livelli con una corsa da grande protagonista che fa ben sperare per i prossimi appuntamenti. Senza risparmiarsi, in salita prova più volta a fare la differenza, preferendo correre in modo aggressivo piuttosto che correre di rimessa. Era da un bel po’ che non lo so rivedeva a questi livelli.

Tiesj Benoot (Visma|Lease a Bike), 8,5: Ennesima dimostrazione del talento eclettico di un corridore che sembra tagliato per questa corsa, fatta di rilanci continui e brevi strappi. Purtroppo per lui gli manca lo spunto veloce per dire la sua in uno sprint che affronta al meglio delle sue possibilità, rischiando anche il colpaccio.

Mauri Vansevenant (Soudal-QuickStep), 8: Con quella sua pedalata sgraziata sembra sempre sul punto di crollare, quando in realtà è lui a mettere in difficoltà gli altri. Alla fine con lui restano in quattro e se nella volata finale è quello che ha la peggio, d’altro canto è lui che nell’ultimo chilometro decide che un piazzamento rischiando di vincere è meglio che farsi riprendere per non esporsi.

Paul Lapeira (Decathlon Ag2r La Mondiale), 8: Partito all’attacco già a 60 chilometri dalla conclusione, l’emergente corridore francese resiste a quasi tutte le sfuriate dei pretendenti alla vittoria con grande tenacia. Nel finale gli manca forse l’esperienza, forse la fiducia in sé stesso per provare a seguire il quartetto e quando ci prova ormai è troppo tardi. L’impressione è che queste corse un giorno, non troppo lontano, le potrà vincere.

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 7,5: Perfettamente scortato da un Quentin Pacher (7,5) che forse poteva essere sacrificato maggiormente, il campione nazionale francese si prende un altro bel piazzamento in una corsa di prestigio, confermando qualità importanti, anche tattiche.

Bauke Mollema (Lidl-Trek), 7,5: L’esperto corridore neerlandese si muove in avanscoperta, forse neanche pensando davvero che quella azione potesse realmente portare a qualcosa. Una volta che si ritrova davanti fa quel che può nella corsa di casa, ma l’esplosività non è mai stato il suo punto di forza e con l’età è ancora più difficile.

Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), 7: Corre in modo generoso, spendendo così anche troppe energie che poi gli mancano nel finale. Ha comunque il merito di essere sempre pronto a giocarsi le sue carte, senza paura di perdere, come nel finale, quando è lui ad assumersi l’onere dell’inseguimento al quartetto di testa in un ultimo chilometro ancora una volta di grande incertezza.

Michael Matthews (Team Jayco-AlUla), 7: Consapevole di essere fra i più veloci dietro, non esita a fare il ritmo in prima persona per cercare di limitare i danni. Alla fine la sua è una impresa disperata, ma si prende l’ennesima top 10 in questa corsa regolando il gruppo dei migliori.

Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), 7: Ennesima dimostrazione che il corridore neerlandese è molto più di un velocista. Forse la sua squadra avrebbe dovuto da subito puntare su di lui, senza spendere altre energie e il risultato sarebbe stato decisamente migliore.

Romain Gregoire (Groupama-FDJ), 7: Con due compagni davanti fa quel che deve, sperando di far valere il suo spunto veloce. Alla fine, del gruppo dei big fanno meglio solo due corridori che sanno anche vincere le volate di gruppo. Difficile chiedergli di più.

Roger Adrià (Bora-hansgrohe), 6: Sembra in grado di salvare la spedizione di una squadra che perde molto presto il capitano designato Maximilian Schachmann (4). Presente nel gruppetto di testa, soffre i cambi di ritmo e nel finale è costretto ad arrendersi e viene ripreso anche dal gruppo.

Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), 6: Si spegne nel finale, ma è bravo a seguire Pidcock e Benoot quando decidono di partire, rientrando nel gruppetto di testa. Alla fine è tra coloro che non riescono a resistere, chiudendo lontano dai primissimi, ma si conferma corridore in forte crescita.

Benoit Cosnefroy (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6: Tra i big che restano dietro è uno dei pochi ad avere una scusa valida vista la presenzza di Lapeira davanti. Forse poteva inserirsi come stopper, ma tatticamente era giusto risparmiare più energie possibile nell’attesa che partisse colui che tutti stavano aspettando.

Matteo Jorgenson (Visma|Lease a Bike), 5: Per l’americano vale lo stesso discorso del francese, tanto più che in testa c’era la prima opzione del team neerlandese.

Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), 5: L’aver mandato davanti Mollema sicuramente gli evita il voto troppo basso, ma è evidente che ci si aspettava qualcosa in più da lui. Ha comunque il merito di essere poi lui nell’ultimo Cauberg a provare la disperata rimonta.

Maxim Van Gils (Lotto Dstny), 5: Sfortunato, con una caduta al momento sbagliato che gli fa spendere molte energie, nel finale ci prova comunque, ma non trova il momento.

Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 5: Tutti pronti a corrergli appresso, ma stavolta il campione del mondo non aveva le gambe per provarci dalla distanza, per sua stessa ammissione. Quando se ne rende conto prova a bluffare, facendo la parte di chi non vuole lasciar partire nessuno, ma non tutti cascano nel tranello di aspettare una sua mossa. Che comunque non arriva mai, segno che davvero oggi le gambe non c’erano.

Juan Ayuso (UAE Team Emirates), 4,5: In difficoltà ancor prima che scoppi davvero la bagarre, alla fine chiude nel gruppo dei big rimasti dietro, ma ci si aspettava chiaramente molto di più. E non è certo un buon segnale per le prossime corse.

Dylan Teuns (Israel-Premier Tech), 4: In una squadra in cui non mancano gli uomini veloci, lui è il corridore designato per una corsa aggressiva, ma quando la bagarre inizia lui resta dietro, perdendo l’occasione. Con la condizione evidenziata recenetemente, poteva essere una buona giornata per lui, a meno che le gambe in realtà poi non c’erano?

 

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